mercoledì 26 settembre 2007

Il neo-Commissario Provinciale incontra i Presidenti di Circolo

Mauro Febbo, neo-commissario Provinciale della Federazione di Chieti, ha incontrato questa sera a Lanciano i Presidenti di Circolo dell’intera Provincia.
E’ stato il primo incontro voluto da Febbo nel suo nuovo ruolo nel partito.
La riunione si è svolta in un clima sereno e positivo, con l’intervento di molti Presidenti di Circolo che hanno rinnovato gli auguri al neo-commissario ed hanno sostanzialmente ribadito la necessità di lavorare per una più marcata presenza di AN sul territorio provinciale, anche in vista delle prossime scadenze elettorali che ci attendono nel 2008.

Anche io, ringraziando il Commissario per la scelta a Lanciano del suo primo formale incontro con i referenti del territorio, ho sottolineato la necessità per i dirigenti di essere il più possibile a contatto con la base. Ho auspicato incontri come quello odierno perché c’è una esigenza sempre più diffusa di dialogo interno, non solo con la base, ma anche a livello di classe dirigente, nel segno della partecipazione nelle decisioni e della collegialità nelle strategie politiche.
Febbo, dal canto suo, ha recepito favorevolmente gli interventi dei presenti, illustrando anche le prossime manifestazioni di AN in programma a breve sul territorio:
5 ottobre: cena provinciale del tesseramento a Lanciano - Area Fiera
7 ottobre: conferenza programmatica regionale a Pescara - Auditorium De Cecco
13 ottobre: manifestazione contro il Governo Prodi a Roma

L’incontro si è chiuso con l’impegno da parte di tutti ad una massima mobilitazione per gli eventi in programma.

sabato 22 settembre 2007

Mauro Febbo nominato Commissario Provinciale

Mauro Febbo è stato nominato dal Presidente Nazionale Gianfranco Fini Commissario della Federazione Provinciale di Chieti.
La decisione è stata presa a seguito delle dimissioni di Fabrizio Di Stefano da Presidente Provinciale del partito, carica incompatibile con quella di Coordinatore Regionale che attualmente ricopre.
Mauro Febbo, militante e dirigente politico di lungo corso, proveniente dalle file del MSI, è stato -tra l'altro- Assessore al Bilancio del Comune di Chieti con la Giunta Cucullo e poi Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Chieti dal 1999 al 2004
Da tutta la comunità militante di Lanciano vanno al neo-commissario gli auguri di buon lavoro, sapendo sin da adesso che la strada da percorrere sarà impegnativa e faticosa.

domenica 2 settembre 2007

CAMPO BASE 31-08-07

Castel Camponeschi (AQ) 30-31 agosto / 1-2 settembre 2007: CAMPO BASE 2007
http://www.campobase2007.splinder.com
Il Castello


Con Marcello De Angelis


La nostra libreria

Attenti al dibattito sull'anti-68


sabato 1 settembre 2007

Tesseramento 2007

E’ in corso il tesseramento 2007 che si concluderà improrogabilmente il 30 novembre.

Si ricorda a tutti gli interessati e a tutti gli iscritti che non hanno ancora provveduto a rinnovare la tessera che è necessario compilare il modulo d’iscrizione, disponibile contattandomi direttamente ai recapiti indicati nel blog.

Io voto Ataturk (di Marcello De Angelis)

di Marcello De Angelis
AREA - Mensile della Destra Sociale - Settembre 2007

Fonte: www.area-online.it

In occasione dell’elezione del presidente turco mi trovavo in Turchia. Affascinante leggere le cronache dei medesimi eventi sulla stampa estera - la nostra - e quella turca, ovviamente in lingua inglese, di governo come di opposizione. Ti dà davvero il senso di quanto il mondo non sia affatto un tutt’uno, bensì un difficile coabitare di mondi diversi. La prima cosa che accade trovandosi in Turchia di questi tempi è che i tuoi compagni di viaggio, o occasionali conoscenti, ti chiedano se secondo te la Turchia dovrebbe entrare in Europa o no. Effettivamente se ti trovi ad Istanbul è difficile rispondere di no perché, come usa dire un noto viaggiatore, «sembra la Parigi degli anni Sessanta, ma più pulita e con meno arabi». E già, perché guai a confondere turchi ed arabi, si rischia giustamente il linciaggio.
La maggior parte di quelli che te lo chiedono, comunque, ritengono che la Turchia sia già Europa, perché quello che vedono intorno a sé nelle località turistiche - vedi Bodrum o Marmaris - è uguale, ma molto meglio, di quello che vedono a Torremolinos o in molte località turistiche del Mediterraneo “cristiano”: ragazzi abbronzati coi capelli ingelatinati, belle ragazze in abiti discinti che si esibiscono in spiaggia o in discoteca e poi bar, pub, vinerie e negozi di abbigliamento con le firme che vanno per la maggiore. I più perplessi ti fanno però notare che la Turchia dell’entroterra è un’altra cosa, piena di donne intabarrate e col partito islamico che raggiunge consensi quasi unanimi.
Diventa indispensabile parlare con gli indigeni per capire la visione della politica che hanno loro.
Sono su una barca e chiacchiero con lo skipper. Gli offro da bere e lui declina. Allora chiedo se è mussulmano (domanda sciocca, perché si chiama Mehmet, ma il fatto è che sembra un nordeuropeo e a confronto io sembro un saraceno). Ovviamente risponde che lo è, ma “moderno”. Significa che va in moschea solo per particolari celebrazioni e qualche volta, per esempio se c’è una una festa, va al bar a bere con gli amici. Laico dunque. Chiedo se ha votato per Erdogan. No, risponde, ma ora pensa che il suo governo «farà bene». Non so perché ma, per scherzare, faccio il segno del lupo con la mano e accenno un ululato. Lui sorride entusiasta e ricambia. «Hai votato per i lupi grigi?» chiedo. No, ma per un’altro partito vicino che ha un nome tipo “I figli della madre patria”. Quindi è di destra. Non proprio, perché qui i nazionalisti sono di centrosinistra. Come sarebbe? E sì, perché la divisione in Turchia è tra confessionali e laici, non tra destra e sinistra. E i comunisti? Sono curdi… Va bene… e i socialisti allora? Sono nazionalisti, ci spiega il vecchio Omer, amico di Craxi ma anche di Pertini ed ex console onorario dell’Italia. Omer come Omar? Nossignore, Omer come Omero, non siamo mica arabi. Lo dice anche Mehmet. Gli arabi non gli piacciono, sono fanatici e poi navigando ha visitato i Paesi degli arabi e li trova sporchi e disordinati, non seguono le regole e fanno chiasso. Sembra di sentire uno della Lega che parla dei “terroni”. Noi siamo i discendenti di Afrodite, dice Omer, siamo mussulmani, certo, ma Dio è uno solo e non c’è altro Dio al di fuori di Dio. Intende dire che è lo stesso anche per noi… E il partito islamico allora? Omer assicura che sono come i nostri vecchi democristiani, conservatori e bacchettoni ma pragmatici e non più integralisti di quanto lo fossero Forlani e De Mita con il cattolicesimo. Dei democratici baciapile, insomma, che prendono i voti dalle vecchie di paese che girano col fazzoletto in testa e sgranano il rosario. Girando per i negozi è inevitabile notare che in ognuno spicca qualche foto gigante di Ataturk, specie in quelli tenuti da giovani e giovanissimi. Mustafa Kemal, il Padre della Patria, quasi sempre in smoking e bello come un attore degli anni Trenta, con gli occhi chiarissimi e con la sigaretta in mano. O con un bicchiere di anice, come ci fa notare un giovane barbiere strizzando l’occhio, a dire che non era certo un integralista. Al contrario, qui la Costituzione vieta le commistioni tra Fede e politica. Il capo del partito islamico è interdetto dai pubblici uffici perché ha citato un versetto del Corano durante un comizio. La Costituzione assegna all’esercito la funzione di vigilare sulla laicità della Stato e gli consente un bel colpo di Stato ogni qualvolta ci sia pericolo che la politica si allontani da questi dettami. E quando accade sono gli intellettuali “di sinistra” che invocano l’intervento armato dei generali golpisti… Ma è logico? Certo, assicura Omer, la religione è una cosa preziosa che attiene alla sfera personale, ma c’è una cosa più grande, più importante e più preziosa di qualsiasi altra e che sublima qualsiasi differenza di credo e di opinione: essere Turchi. Si può rinunciare a qualsiasi cosa e ogni cosa può essere discussa, mediata e moderata, solo una cosa è sacra oltre qualsiasi altra: l’amore per la Nazione. Dio è sopra ogni cosa, ma al di sopra della religione c’è solo la Patria e se si è costretti a scegliere…
Per noi sembra tutto un po’ sottosopra ma no, forse siamo noi che leggiamo la politica di tutto il mondo con una lente deformante. Ricordo di aver chiesto ad un palestinese a quale partito appartenesse, visto che l’Olp non era un’organizzazione unitaria ma un vero e proprio parlamento in esilio. Anche il suo movimento aveva un nome suggestivo: “Gli amanti della Patria”. Bello, di destra o di sinistra? Da noi non ci sono la destra e la sinistra, mi disse, sono categorie che avete solo voi in Europa, da noi i distinguo sono altri: ci sono gli amanti della Patria o i traditori della Patria. Tutto il resto sono parole.
La Turchia in Europa? Forse è troppo presto. Non per la religione, ma ci sono problemi economici e di politica internazionale che vanno ben studiati. Ma dire un no secco sarebbe avventato. Anche in questo la proposta di Sarkozy sembra la più assennata: più che un’adesione, meglio l’associazione. Ma studiamoli bene: forse anche da loro abbiamo qualcosa da imparare.