“La solidarietà è certamente un valore nobile e pertanto apprezzabile, lo è meno se mercificata per acquisire crediti nei confronti del governo nazionale, esigibili per altri fini o magari addirittura per coltivare ambizioni personali. E perché altrettanta solidarietà non si è manifestata, a tempo debito, per risolvere gli annosi problemi di Teramo? Forse perché lì l’amministrazione è retta dal centro destra?”
A porsi e soprattutto a porre tali questioni è stato Fabrizio Di Stefano – coordinatore regionale di An e consigliere segretario della Regione Abruzzo – nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina a Pescara alla presenza di numerosi dirigenti di Alleanza Nazionale e amministratori locali.
Accanto al presidente emerito della Regione Abruzzo Giovanni Pace, al capogruppo di An in Regione Alfredo Castiglione, e ai membri del coordinamento regionale Albore Mascia e Di Luzio, infatti, c’erano numerosi amministratori interessati al problema: il sindaco di Lanciano Filippo Paolini, Giuseppe Bussolo di Mozzagrogna, Emilio Nasuti di Castel Frenano, Antonio Tavani di Fara San Martino, Nicola Romagnoli e Alberto Amoroso - rispettivamente sindaco e vice sindaco di S. Maria Imbaro - , Nicola D’Alessandro di Orsogna, Gianni Di Rito di Rocca San Giovanni, Luigi Comini, assessore di San Vito e Paolo Di Guglielmo di Civitella Messer Raimondo.
Di Stefano ha ribadito di non condividere la “decisione assunta da Del Turco in piena solitudine. E’ solo il presidente e non il monarca”. Il coordinatore di An ha ricordato "come soltanto il 9 gennaio Franco Gerardini, dirigente del settore ambiente della Regione, si era espresso decisamente contro, escludendo che l’Abruzzo potesse ospitare rifiuti esterni e sottolineando le gravi difficoltà già esistenti per smaltire quelli abruzzesi.
Anche l’ARTA, successivamente, ha espresso il proprio parere contrario e la stessa Giunta Regionale, con delibera n. 1190 del 23 novembre 2007, aveva manifestato piena coscienza della situazione. Non è un caso, del resto, - ha sottolineato Di Stefano – che lo stesso Piano Rifiuti, recentemente approvato con legge regionale n. 45 del 2007, all’art. 34 ponga chiari vincoli in merito. Se si tratta di una vera e propria emergenza nazionale – domanda il coordinatore regionale di An – perché non se ne fa carico l’intero paese?
E invece, se si considerano le quantità di rifiuti che le Regioni disponibili si sono impegnate a smaltire (Piemonte 5000 tonnellate, con parere contrario della Provincia; Liguria 1000, con parere contrario della Provincia; Toscana 4000; Emilia Romagna 5000; Molise 3000; Lazio 5000; Calabria 1500; Sicilia 1500) la domanda sorge spontanea: perché l’Abruzzo ben 15000? Una quantità di tre volte superiore a quella del Lazio e dell’Emilia Romagna! Si tratta solo di 4 mesi, termine peraltro della nomina assegnata a De Gennaro? Ma la Campania non ha termovalorizzatori e in 4 mesi non si realizzano nuove discariche.
L’interrogativo, più preoccupante, è un altro: chi garantisce su che tipo di rifiuti arriverà? La regione Lazio, al riguardo, ha posto dei limiti ben precisi, perché l’Abruzzo non ha fatto altrettanto? E perché Gerardini, che ha firmato per portare 15.000 tonnellate di rifiuti in Abruzzo, ha cambiato idea? Ha avuto pressioni? E Caramanico cosa ne pensa? Cosa sta facendo in Australia in questi giorni? Forse pensa di aprire lì un termovalorizzatore?
Da parte nostra – ha dichiarato Di Stefano – chiederemo con gli alleati la convocazione di un consiglio straordinario urgente. Valuteremo la possibilità di un’eventuale opposizione in via amministrativa al provvedimento e sosterremo le manifestazioni di protesta che già si annunciano sul territorio. Nello stesso tempo, i nostri eletti si attiveranno perché vengano convocati nel minor tempo possibile i consigli comunali e provinciali sull’argomento".
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