domenica 30 dicembre 2007

Il solare tra petrolio e nucleare (di Giano Accame)

Il solare tra petrolio e nucleare
(di Giano Accame)



S’ode a destra uno squillo di tromba /da sinistra risponde uno squillo...

Proprio a vent’anni dal referendum che in Italia mise al bando le centrali elettronucleari, il balzo del barile a cento dollari sta provocando sul tema forti ripensamenti. Il mese scorso la rivista Charta minuta - strettamente collegata con il nuovo pensatoio di Gianfranco Fini Fare futuro - ha dedicato il suo intero numero all’ECO destra. Manifesto verde per un ambientalismo ottimista che sappia costruire il futuro dell’uomo.

Ne ha riferito per noi in ottobre Alberto Lume riportando questo passo conclusivo dall’editoriale di Adolfo Urso, già viceministro per il Commercio Estero nel governo Berlusconi e deputato tra i più ascoltati di Alleanza nazionale:

Subito dopo anche la rivista Aspenia, diretta da Marta Dassù e da Lucia Annunziata, si è occupata per trecento dense pagine di Ecocatastrofismo, con questo chiaro avviso in copertina: . Il compito di spiegarlo da posizioni di sinistra moderata se lo è assunto uno dei più autorevoli membri del governo Prodi, il ministro dell’Interno Giuliano Amato, indicando l’esigenza .

Nel sottostimare l’eolico e il solare, soluzioni predilette dagli ambientalisti, Amato è più cauto e rispettoso di Urso, che contro l’eolico ha sollevato seri problemi d’inquinamento estetico, ma il risultato è analogo: un giudizio d’insufficienza che necessariamente riporta al nucleare, seppure anche qui con più scaltra cautela a differenza di Urso, nuclearista privo di esitazioni. Aggiunge infatti Amato, ben sapendo con chi ha a che fare nella complicata topografia del centrosinistra:

Darei una chance al progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), che prevede la costruzione di nuovi reattori a fusione nucleare di 1.500 megawatt di potenza. Il progetto, lanciato nel 1992 con la partecipazione di Europa - Italia compresa - Stati Uniti, Giappone e Russia, è molto promettente: vale quindi la pena di verificarne i risultati, attesi tra qualche anno, prima di lanciare l’Italia in un programma di costruzione di centrali nucleari. La speranza, ormai realistica, è di potersi liberare grazie a queste nuove tecnologie del grave problema delle scorie, che affligge le centrali nucleari attualmente in funzione nel mondo e che rischia di moltiplicarsi enormemente con la costruzione di molte nuove centrali di tipo tradizionale>.

Insomma: nucleare sì, ma prendendo tempo, come d’altra parte chiedono i grandi interessi legati al carbone, al petrolio, al gas naturale. Per loro ogni anno di ritardo nel decidere è un anno guadagnato.

CONTINUA...


Articolo tratto da: http://www.passarealbosco.it/
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